Michele
Pantaleone
e Vincenzo
Falco
Laguna di Varano (Fg)
Senza Armando Tandoi, general manager di Oyster Oasis, sanseverese trapiantato a Milano, non si sarebbe fatto nulla. Ma nemmeno senza Vincenzo Falco, pescatore di Ischitella a capo della cooperativa che riunisce gli uomini di mare della zona. Tantomeno senza l’aiuto dei due Michele: l’Arcangelo che durante la strenua lotta contro il demonio poggiò la mano per terra creando la vicina sorgente (che dà il nome al progetto), e Michele Pantaleone, il ragazzo qui nato e cresciuto che tutto si sarebbe immaginato tranne che nella vita avrebbe fatto l’ostricoltore, così come Enzo De Crescenzo. Ma come cantava John Lennon, “la vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri piani”.
Da un lato il Gargano, dall’altro l’Adriatico, al centro la laguna di Varano. Non lo aveva immaginato nessuno, fino a che non sono venute fuori le ostriche di Foggia, che si sono imposte sul mercato per la loro qualità straordinaria. Per di più con un’identità pugliese, data da quello che sulla terra si chiama terroir, e che in acqua è dato dal caldo sole di Puglia oltre che dalla bassa salinità dell’acqua del lago. Ma soprattutto, dalla convisione di una lucida follia fra un imprenditore, un pescatore e due ragazzi senza paura. E un santo guerriero.
L’abbinamento perfetto? Un metodo classico D’Araprì: sulla base del criterio territoriale, ma anche per la celebrazione della conquista dell’inesplorato. Dalle parti del Gargano ci dev’essere qualcosa che spinge verso l’impensabile.
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