Giulio
Apollonio

Allevatore
Aradeo (Le)
“Uovo perfetto è una scelta di vita: è scegliere di assumersi dei rischi per avviare un’attività che deve essere redditizia e remunerativa, ma svolta con etica, coscienza e amore”.

Non sono molti quelli che hanno una vaga idea di come funzioni l’industria dell’allevamento di galline ovaiole. Ancora meno sono quelli che se ne pongono il problema. Di sicuro è più unico che raro un allevamento di galline in cui è lo stesso avicoltore a piantare un cartello che dice “#SaveTheChicken”. Singolare, visto che ad esempio per il vocabolario Treccani l’avicoltura è “l’arte di allevare gli uccelli in stato di schiavitù a scopo commerciale o di diletto”. Come dire: la crudeltà è una cosa normale.

Giulio Apollonio ha creato qualcosa che prima, semplicemente, non esisteva. Senza sentieri da seguire. E le istruzioni non da leggere, ma da scrivere. Cento anni di allevamenti intensivi in cui le galline sono considerate solo delle macchine produttrici di uova ci hanno fatto dimenticare che sono degli animali. Anzi no, l’industria se ne ricorda dopo al massimo diciotto mesi di vita, quando le galline diventano improduttive e vengono destinate al macello. È qui che interviene il modello di business di Giulio: comprare le galline destinate alla morte e, dopo una vita di privazioni, stenti, sfruttamento, mutilazioni, accoglierle in un campo aperto, dove possano non riprendere, ma proprio imparare a camminare, a razzolare nel prato in qualunque periodo dell’anno, a trovare da sole il proprio sostentamento. Per regalare, in cambio, meno uova ma di qualità molto superiore.

“Credo di essere riuscito a produrre il miglior uovo possibile” 

Dal sogno di Giulio, dalla campagna fra Aradeo e Collepasso, profondo Sud, è partito un nuovo modello di business per la produzione di uova, etico e sostenibile, che mette d’accordo tutti: dagli ignoti che lasciano i soldi ritirano le uova dalla cassetta posta all’ingresso dell’allevamento, con un sistema di vendita basato sulla fiducia, alla BBC, che a Glasgow, in occasione di COP26, ha raccontato il modello positivo di Uovo Perfetto ai grandi del mondo.

“Bisogna entrare nella testa di una gallina per capire dove vuole fare l’uovo, come vuole che sia fatta la sua casetta, cosa vuole mangiare, quali alberi vuole attorno a sé, cosa preferisce calpestare perché magari ha un piede particolare. Bisogna capire il suo linguaggio e entrare in sintonia con la natura”
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