Francesco
Sanapo

Coffee Lover,
Specchia (Le)
Il caffè da commodity a driver di cultura. Una tazza come lente da cui guardare il mondo, magari provando a renderlo un po’ più giusto.

Quante storie per un caffè. Delle persone che lo coltivano, dall’Angola al Venezuela passando per l’Honduras, l’Etiopia e il Madagascar. E di chi quelle persone le conosce, e come tali le ri-conosce, e a loro e al loro lavoro attribuisce rispetto e considerazione, come contadini e come uomini. Da pari a pari, in un rapporto orizzontale in cui l’uomo bianco è un interlocutore consapevole, non un padrone che mette il cappio al collo. Il caffè da commodity a driver di cultura. Una tazza come lente da cui guardare il mondo, magari provando a renderlo un popiù giusto. Anche col caffè si può fare la rivoluzione.

Da Specchia a Firenze passando per New York, Francesco Sanapo una rivoluzione l’ha fatta. Spargendo il verbo della Third Way of Coffee, profeta degli specialty, folle al punto tale da voler spiegare agli italiani, orgogliosi quanto ignoranti, che il caffè che hanno sempre bevuto non è assolutamente il migliore. Una parte dell’anno in giro per il mondo ad incontrare produttori, scambiando sorrisi, un’altra parte in una delle caffetterie di Ditta Artigianale a fare cultura del caffè. Una cosa così bella e così seria da meritare una scuola, ospitata in vecchio monastero, nonché ex cappella delle suore, refettorio per accogliere donne in difficoltà, ricovero per gli immigrati, centro di aggregazione. Un posto perfetto per coltivare cultura e rivoluzione.

Ce ne vorrebbero molti di più di Francesco Sanapo, il salentino partito da un bar di periferia e diventato uno dei più autorevoli conoscitori di specialty coffe al mondo. Per imparare a percorrere sentieri nuovi, e ad aprirli per primi quando ancora non esistono. Per capire che non esiste solo l’espresso da miscela industriale, per esplorare modalità, varietà e gusti provenienti dai tanti terroir del mondo. Ognuno con le sue caratteristiche, le sue specificità, la sua unicità. Esattamente com’è per il vino. Ma com’è anche per le persone. 

Profeta degli specialty, folle al punto tale da voler spiegare agli italiani, che il caffè che hanno sempre bevuto non è assolutamente il migliore.
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