Angelo
Cotugno
San Marzano di San Giuseppe (Ta)
Il Primitivo è stato un movimento, e lo è ancora. Ognuno con la sua anima, con la sua sensibilità, il suo portato. E stare dentro un movimento significa – almeno se si vuole contribuire seriamente, non solo beneficiando del lavoro degli altri – avere uno stile ben preciso, un punto di vista, ed esercitarli nella contemporaneità.
Stare dentro un movimento facendo cooperazione, poi, significa fare animazione territoriale. Contribuire al disegno di un territorio prendendo posizione è ciò che distingue un brand da un semplice produttore di un bene o servizio. O di una commodity, com’era considerato il vino quando l’esperienza di San Marzano è cominciata, oggi diventato un brand che racchiude dentro di sé bellezza, gusto, accoglienza, condivisione.
La verità è che a San Marzano non hanno inventato niente. Ma hanno saputo costruire un prezioso tessuto di competenze che li rende fra i maggiori esportatori non solo del vino di Puglia, ma della Puglia stessa, esaltando tutto ciò che di unico la regione sa offrire. Guardando il mondo attraverso il vino e il vino attraverso il mondo. Con occhi sempre nuovi. Senza paura di violare le regole. Anzi, in certi casi avendo il coraggio di riscriverle. Piaccia o no. Come quando fa storytelling raccontando non più il proprio territorio ma il Vietnam, e in quel modo parlare di se stessi, del posto da cui si viene ma anche di territori apparentemente così diversi eppure così simili.
È per questo che è nata Masseria Samia, che tutto tiene insieme: luogo agricolo di sperimentazione, recupero di pratiche e antiche cultivar le cui potenzialità restano ancora inesplorate. Di cultura, esperienze autentiche, convivialità. Dove ospitare anziani vignaioli e giovani digital farmer, artisti e pescatori, nuovi soci e chef stellati.
E sempre per questo si fa Porto Rubino, perché di autoctono a San Marzano valorizzano non solo i vitigni, ma soprattutto le persone: ogni estate Renzo Rubino riunisce e porta in giro per i porti di Puglia artisti e musicisti, tenendo un concerto dalla sua barca, per celebrare la musica ma anche il mare da proteggere e la terra da preservare, trasformando il ponte in palco e il palco in un luogo di incontro, parole e scambio. Condividendo gioia e sguardi nuovi, in una traversata dall’universo marino all’universo umano e viceversa.