Alessandro
Coppola

Ristoratore
Tricase Porto (Le)
“Io sono solo davanti al mare e la mia vita la vedo così, infinita.”

Tutti, più o meno, sono capaci di aprire un ristorante sul mare. Pochissimi invece quelli capaci di renderlo un romanzo familiare. O meglio, un romanzo di formazione. In tedesco si chiama “Bildungsroman” e la radice “bil” sta per magia, potere miracoloso. Quell’energia tremendamente umana o tremendamente sovrannaturale – nessuno lo saprà mai – che scuote dal di dentro un ragazzino considerato “difficile” dalle istituzioni scolastiche, che non avrebbero mai scommesso sul suo futuro, e che invece porta Alessandro Coppola, figlio di Mario, a sua volta figlio di Vituccio il Nostromo, contadino-pescatore di Tricase Porto, a trasformare quella casa davanti all’infinito in cui il nonno aveva cresciuto troppi figli in un ristorante-racconto dell’epopea di una famiglia del Sud.

Autentico, delicato e immaginifico racconto. Di una famiglia, dei pescatori di Tricase Porto, del mare generoso e pericoloso, della vita di un ragazzo su cui la buona società non avrebbe mai scommesso e che invece oggi chiama per farsi raccomandare alla ricerca di un tavolo sempre difficile da trovare.

Alessandro Coppola, un ragazzo che, come scrive Goethe a proposito del suo protagonista in “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”, capostipite del romanzo di formazione, “sentiva la necessità di imparare giacché era chiamato a insegnare.”

Non mollare e crederci, guardare oltre per superare quello scoglio che è il modello perfetto di chi dobbiamo essere.”
"Guardare oltre, non fermarsi a quello che vogliono gli altri, ascoltarci dentro.”
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