Domenico
e Domenico
Petronella
Altamura (Ba)
Prendere ciò che si è visto fare (e poi fatto) fin da bambini, metterlo in valigia e portarlo sempre dentro di sé. Partire per incontrare il mondo senza muoversi dalla propria terra. Ma chiudersi nel recinto della tradizione tout-court, perché? E allora si spieghino le vele, e continuando a fare pane di Altamura pensare anche a come portare la Murgia, insieme a un po’ di sé, anche nella pasticceria, o nei prodotti da forno, ed anche nel Panettone. E a Gravina ed Altamura portare nuovi sapori e nuove materie prime, per impastare insieme il passato con visioni nuove, alla portata di tutti.
Quella della lievitazione è un’arte antica quanto il mondo, fatta di chimica e tecnica, e di abbandono alla perdita del tempo, si vuol fare le cose fatte bene. Ma come ha detto Miles Davis: “Non ho mai pensato che la musica che chiamiamo «jazz» fosse necessariamente intesa per un gruppo ristretto di persone o dovesse diventare un aggeggio da museo, chiuso sottovetro”.
I Petronella hanno deciso di declinare così il loro amore per la lievitazione, per la panificazione, per la pasticceria, fino a quello per la cucina. Acqua, lievito e farina. Con soli tre semplicissimi elementi esprimono loro stessi senza il feticcio del chilometro zero, ma aprendosi al chilometro buono.
D’altronde, se come dice il buon Feuerbach “siamo quello che mangiamo”, il cibo influenza anche la nostra personalità, e dunque la società tutta insieme. Che il fermento di cui sono stati investiti i Petronella cresca e s’allarghi, e faccia lievitare altri impavidi figli di Puglia.
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