Giuseppe
Cupertino

Wine manager,
Savelletri (Br)
“Rispetto la terra, rispetto il mio territorio e soprattutto lo racconto con il vino”.

Il punto è che tutti parlano di vino, ma in pochissimi hanno l’autorevolezza che li rende dei punti di riferimento riconosciuti. Per esserlo ci vuole serietà, studio, rigore. Concetti demodé nell’era del tutto e subito, che macina messaggi in codice binario, effimeri quando non sbagliati.

Leggere il mondo attraverso il vino, uomini, donne, famiglie, territori, e il vino comunicare al mondo. Nel caso di Giuseppe Cupertino non muovendosi mai dal suo luogo di lavoro, che poi è uno dei relais più prestigiosi del pianeta. Qualcuno ha creduto il lui, lui ha creduto in se stesso e nel suo territorio d’origine, i suoi interlocutori gli credono quando parla di vino. Di fatto, è un’autorevolezza basata sulla pratica tutta umana della fiducia, costantemente e reciprocamente ripagata.

E se oggi il vino di Puglia è il driver per aprire le porte dell’accoglienza in regione è soprattutto merito di chi, forte della conoscenza di tutti i vini del mondo e di come raccontarli, sa di poter proporre un’esperienza con un vino pugliese senza complesso d’inferiorità, ma anzi convinto che resterà nel cuore e nella mente di chi l’ha provata e che non vedrà l’ora di ripeterla.

Sotto certi aspetti, Giuseppe e il vino di Puglia hanno la stessa storia, dipanata nello stesso tempo, con la stessa trama. Le storie hanno viaggiato quasi parallelamente per qualche anno, fino a che non si sono incontrate diventando una sola. Origine, ambizione, caparbietà e voglia di prendersi ciò che spetta sono gli elementi della vicenda del vino pugliese, ma sono anche quelli di uomo che dal vino riceve e al vino dà e continuerà a dare. Magari anche da winemaker, chi lo sa.

“Il vino permette di conoscere le radici di un territorio”.

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